Affrontare il problema della riduzione delle emissioni con l’adozione della ISO 14001:2015
Il piano per la transazione ecologica impone la riduzione delle emissioni in atmosfera
Con l’approvazione del Piano per la transizione ecologica, da parte del CITE (Comitato interministeriale per la transizione ecologica), pubblicata in data 15/06/22 in Gazzetta Ufficiale, tutte le imprese che emettono biossido di zolfo (S02), ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici (COVNM), ammoniaca (NH3) e particolato fine (PM2,5) devono ridurre le emissioni in atmosfera in riferimento alle sostanze indicate.
Questo articolo spiega come affrontare mediante l’adozione del sistema di gestione ambientale ISO 14001:2015 la riduzione delle emissioni in atmosfera
Dal rispetto dei limiti alla riduzione
Con le prescrizioni del D.Lgs 152/2006, il Testo Unico sull’Ambiente, le imprese che emettono in atmosfera, e quindi provocano un impatto ambientale negativo, devono rispettare i limiti emissivi, riferiti alla singola sostanza, che sono disciplinati dal D.Lgs. 152/2006 attraverso l’istituto dell’Autorizzazione ambientale.
Il Decreto Ambiente quindi, da questo punto di vista, non impone uno sforzo di “riduzione” a carico dell’impresa, ma soltanto il rispetto di un limite.
Il Piano per la transizione ecologica, invece impone all’Italia e di conseguenza alle singole imprese, la riduzione delle emissioni delle sostanze specificamente indicate e quindi si assiste al passaggio dalla richiesta del rispetto di un valore emissivo, alla richiesta di un abbassamento delle emissioni.
Questo passaggio risulta cruciale nel necessario adeguamento del sistema di gestione ISO 14001:2015 ai nuovi “obblighi di conformità”.
Il problema della “riduzione” di una certa quantità di sostanza emessa è un problema che investe gli aspetti “produttivi” ed “economici” dell’impresa. L’assunto fondamentale che sta alla base del “problema” è che le imprese non opteranno per una riduzione generale della produzione in favore di una minore produzione ed emissione di sostanze inquinanti.
L’impresa che deve ridurre la quantità di sostanze emesse, si trova di fronte alle due ipotesi:
- Innovare il processo produttivo (oppure l’impianto) in maniera tale da diminuire la quantità di emissioni nonostante il medesimo impiego di sostanze inquinanti, senza intervenire negli approvvigionamenti
- Impiegare una minore quantità di sostanze inquinanti in produzione e quindi apportare delle modifiche negli approvvigionamenti, sostituendo queste con delle altre sostanze meno inquinanti.
Le scelte tra le modifiche “processi produttivi” e le modifiche “sulle sostanze impiegate” potranno essere, a seconda dell’impresa e dei processi, reciprocamente escludenti ma anche complementari. Questa complementarità permette all’impresa, che intende ridurre le emissioni, di apportare modifiche tanto nelle sostanze impiegate nei processi quanto nei processi stessi che le impiegano e producono emissioni.
Nei passaggi di transizione ecologica, agli aspetti produttivi (sostanze impiegate, quantità emesse), si aggiungono anche gli aspetti economici da affrontare, connessi ad eventuali investimenti in impianti e nuove tecnologie meno inquinanti e/o all’incremento dei costi che l’impresa subisce (quasi sicuramente) nella sostituzione delle sostanze inquinanti.
Di seguito illustreremo come la questione della riduzione delle emissioni, prevista dal Piano per la transizione ecologica, potrà essere affrontata ed opportunamente gestita dal sistema di gestione ambientale, ai sensi della ISO 14001:2015.
La riduzione delle emissioni nel Contesto della 14001
L’obbligo della riduzione delle emissioni in atmosfera a carico delle imprese non irrompe sullo scenario industriale suscitando un effetto sorpresa. Oppure, non dovrebbe essere una novità inaspettata, per le imprese che adottano il sistema ISO 14001.
Che lo scenario climatico e le relative risposte dell’Europa, in tale senso, comportino degli obblighi di conformità che prevedano di ridurre le emissioni atmosferiche c’era da aspettarselo: le emissioni in atmosfera sono tra le principali cause dei disastri climatici ai quali stiamo assistendo, si pensi all’episodio della Marmolada del 3 Luglio 2022.
Il punto fondamentale da affrontare, per comprendere il contesto e la sua possibile influenza sulle decisioni che l’organizzazione dovrà adottare, in merito a “quanto” e a “come” ridurre le emissioni, è costituito dall’esatta individuazione dei fattori di contesto dai quali è condizionata la produzione.
Fattori che riguarderanno tanti gli aspetti economici quanto gli aspetti meramente tecnici della produzione.
Per affrontare in maniera diligente il compito di individuare questi fattori, cosa che la Norma 14001 espressamente richiede al punto 4, dobbiamo comprendere:
- In che maniera sono connessi il regime produttivo e il livello emissivo
- Quali sono le variabili da cui dipende il regime produttivo e – di conseguenza – il livello emissivo.
Sviluppando questa comprensione del contesto interno ed esterno dell’impresa, si riesce più facilmente a identificare eventuali nuovi fattori di contesto da monitorare e da tenere sotto controllo, data la loro influenza sulla riduzione di emissioni in atmosfera.
La strategia del regime produttivo
A titolo di esempio, possiamo immaginare che l’impresa, con l’aiuto dell’ingegnere progettista dell’impianto produttivo, evidenzi e stabilisca la relazione funzionale tra regime produttivo, e cioè:
- N° di quantità prodotte di un determinato prodotto a
- Il corrispondente livello di emissioni q
Si consideri che, non per tutti i tipi di produzione e di impianto vale la più intuitiva relazione di tipo lineare per la quale “più produci e più inquini”, caso A.
Talora, al crescere del regime produttivo, gli impianti, avendo un raggiunto un loro equilibrio interno, potrebbero emettere meno emissioni ed inquinare di meno e invece inquinare di più se, al contrario, il regime produttivo decresce, caso B.
In questa ipotesi, semplificata allo scopo di focalizzare l’attenzione sulla questione di fondo, la conoscenza della relazione tra la quantità di un certo prodotto che indichiamo con x e la quantità di emissioni di una certa sostanza che indichiamo con q ci aiuterà a comprendere quali sono i fattori di contesto che dovremo governare per ridurre le emissioni in atmosfera sotto il vincolo della produzione.
In altre parole, per ridurre le emissioni di un impianto produttivo secondo i requisiti cogenti, la riduzione dovrà considerare che, gli interventi sul regime produttivo incontrano un limite inferiore e superiore in x, e cioè nella quantità prodotta, al di fuori delle quali l’impresa non può andare per ragioni di domanda sul mercato.
Al di sotto di una certa quantità prodotta, ridotta allo scopo di ridurre le emissioni, una parte della domanda rimarrebbe insoddisfatta. Al di sopra, nell’ipotesi contraria, la quantità prodotta eccederebbe l’offerta creando il problema delle scorte e dello smaltimento.
Pensando al concetto di impianto produttivo, non soltanto come un “macchinario” ma, come un sistema in cui i fattori produttivi si combinano per generare i prodotti (in agricoltura, nell’industria e nell’artigianato) appare verosimile che, quando l’inquinamento è diventato un problema serio, come accade a Taranto nel caso delle acciaierie dell’Ilva, anche eventuali ipotesi di ridimensionamento, con dislocamenti della produzione, non sono remote.
Nella maggior parte dei casi, in aggiunta alla possibilità teorica di intervenire sul regime produttivo, l’impresa ha la possibilità di intervenire su altre due categorie di variabili che influenzano la quantità di emissioni rilasciate in atmosfera dalla produzione che sono: la tecnologia produttiva e le sostanze impiegate.
La strategia dell’innovazione tecnologica
Passare da una tecnologia produttiva impiegata ad un’altra più evoluta che permette, a parità di produzione, di ridurre le emissioni in atmosfera, può riguardare tanto l’impianto produttivo vero e proprio quanto gli impianti predisposti per il contenimento delle emissioni.
L’innovazione tecnologica degli impianti, caso A, risulta essere la strada risolutiva per poter ridurre le emissioni quando le scadenze lo impongono in tempi brevi. In tali circostanze, un’innovazione tecnologica di processo, una di quelle che hanno un immediato impatto sul vantaggio, andrebbe preferita ad una strategia di innovazione di tipo “incrementale”, caso B, e cioè basata sui piccoli risultati progressivi.
La differenza tra le due strategie è sottolineata allo scopo di considerare, tra i fattori di contesto del sistema di gestione, anche i tempi o il tempo che l’organizzazione ha a disposizione, per rispondere alla necessità di ridurre le emissioni.
La strategia delle forniture green
La strategia di intervento sulle sostanze impiegate include, in termini più generali, tutti i fattori produttivi impiegati nella “trasformazione”: sostanze, materiali, combustibili ed altre fonti di energia, tra cui le rinnovabili.
Il termine “sostanza” viene impiegato solamente ai fini pratici per poter essere adattato a tutte le merceologie, ma include tutti gli input da sottoporre alla “trasformazione”.
Questa strategia, seppur complementare a quella relativa all’innovazione tecnologica degli impianti, la consideriamo a parte. In pratica, per comprenderla meglio nei suoi aspetti fondamentali, supponiamo che questa strategia venga adottata dall’impresa che ha deciso di non sostituire gli impianti.
La riduzione delle emissioni in atmosfera richiede necessariamente l’eliminazione, la riduzione e la sostituzione delle sostanze più inquinanti.
Le alternative alle sostanze impiegate, ai semilavorati, ai materiali già impiegati sono rappresentate dalle forniture green quelle cioè che, dovrebbero assicurare dei risultati accettabili, in termini di prodotto con un minore impatto ambientale.
Gli aspetti tecnici più rilevanti da considerare in tale strategia, dando per assunto che gli impianti e i processi possano essere alimentati con “sostanze” alternative, riguardano, ad esempio, il concetto di “resa”.
Se l’impresa impiega le sostanze a, b e c, che impiegate rispettivamente nelle quantità x, y e z, le consentono di ottenere una quantità y di prodotto da mettere sul mercato, come indicato dalla funzione di produzione:
y = ax + by + cz
dovrà provvedere a sostituire le sostanze a, b e c, che inquinano, con le sostanze d, f ed e, che inquinano di meno e le impiegherà, rispettivamente, nelle quantità x1, y1 e z1., passando all’altra funzione di produzione:
y1 = dx1 + fy1 + ez1
Questo passaggio pone innanzi tutto il problema della resa. Se l’organizzazione non può modificare la quantità prodotta y, allora abbiamo un vincolo di “quantità” da considerare:
- In occasione della sostituzione di ciascuna sostanza con l’altra
- Lungo tutte le sostituzioni che si susseguono nella funzione di produzione
L’impresa deve assicurare, per ciascun passaggio, l’uguaglianza y=y1 e di conseguenza anche le due espressioni seguenti dovranno mantenere l’eguaglianza:
ax + by + cz = dx1 + fy1 + ez1
Nella realtà dei fatti l’impresa potrà utilizzare, contemporaneamente, entrambe le funzioni di produzione per abbassare le emissioni e questo avverrà automaticamente quando, in taluni casi, non sostituirà completamente la sostanza inquinante a con quella meno inquinante d, ma provvederà ad una riduzione parziale di a in favore di un incremento di d. Ovviamente la nuova funzione di produzione, che emergerà dalle decisioni adottate dall’impresa, terrà conto del vincolo relativo alla quantità y da produrre.
Il concetto di resa, in questo caso, si basa sulla quantità prodotta y.
Un fattore di contesto estremamente importante da considerare e monitorare nelle strategie che prevedono interventi sulla sostituzione di sostanze inquinanti con quelle meno inquinanti è ancora quello della resa.
L’impresa cioè deve comprendere esattamente di quanto dovrà incrementare la quantità della sostanza meno inquinante (green) per compensare la necessaria riduzione da apportare alla sostanza inquinante e mantenere la stessa “resa” in termini produttivi.
Per sostituire una certa quantità di plastica, inquinante, a, con una certa quantità di carta, meno inquinante, b, per la realizzazione di una certa quantità di prodotti y, è necessario conoscere il rapporto, nell’operazione di sostituzione, tra la riduzione della quantità di plastica e l’incremento nella quantità di carta, che consenta di ottenere la stessa quantità di prodotti y
Per rispettare i limiti di inquinamento, l’impresa che riduce la quantità di plastica passando dalla situazione T alla situazione T1:
- Monitora il rapporto tra le due sostanze, nell’ambito della gestione del contesto
- Stabilisce, nell’ambito della pianificazione, la quantità necessaria di carta da impiegare e, in fase di approvvigionamento, quella da acquistare.
È importante notare che questo rapporto è espresso in forma negativa con il segno – (meno), perché nel caso della plastica, passando da una quantità a2 ad una quantità a1 abbiamo una riduzione al numeratore. Al denominatore invece abbiamo un incremento che ha il segno positivo.
Il rapporto – (a2-a1)/(d2-d1) è un fattore di contesto determinante perché, a causa di vincoli di costi per l’acquisto e la gestione delle risorse green, può influenzare in maniera significativa la possibilità di ridurre le emissioni attraverso la strategia della sostituzione delle sostanze.
Aspetti economici delle strategie delle forniture green
Ovviamente il prezzo di tali alternative risulterà essere anch’esso un fattore di contesto da monitorare così come ad esempio sarà da monitorare la loro effettiva disponibilità che assicuri la continuità della fornitura che alimenta la produzione.
A seguito della guerra in Ucraina infatti, la disponibilità di alcune fonti energetiche ha subito dei forti contraccolpi, così come la disponibilità di sostanze e materiali. In un’ottica di medio periodo è evidente che tali contrazioni del mercato influenzano la possibilità delle imprese di creare un “mix verde ottimale” per una combinazione dei fattori produttivi meno inquinanti.
Il “mix verde” è il nome a cui, l’impresa che intende ridurre le emissioni in atmosfera può ispirarsi per formulare la sua “nuova” funzione di produzione come segue:
(sostanza green a * quantità di a) + (sostanza green b * quantità di b) + (sostanza green c * quantità di c) = y
Dove y è la quantità di produzione da rispettare.
Come è evidente che l’impiego combinato di sostanze green, in certe proporzioni, assicuri di rispettare il vincolo della produzione per il quale le quantità di prodotto devono rimanere inalterate a seguito della riduzione delle emissioni in atmosfera, è altrettanto evidente che tale combinazione è soggetta ad un vincolo di costo.
La combinazione ottimale delle sostanze da impiegare, in un eventuale passaggio da sostanze inquinanti a sostanze meno inquinanti, deve tener conto anche dell’incremento dei costi di produzione che si genera nell’acquisto, o nell’acquisto maggiore, della quantità della sostanza meno inquinante, il cui prezzo, osservando lo scenario politico-economico globale corrente, sicuramente comporterà un aggravio di costi per l’impresa che effettua questa “transizione ecologica”.
Nel passaggio dalla sostanza a alla sostanza meno inquinante d, illustrato nell’esempio precedente, l’impresa considera in primis, ovviamente, quali sono le sostanze da sostituire e quali sono le sostanze con cui sostituirle. E, poi, come abbiamo illustrato, deve dedicarsi a comprendere i rapporti di sostituzione per assicurare il mix che corrisponde a un preciso livello di produzione y.
La questione del rapporto tra le “variazioni di quantità” ovviamente ribalta la questione sulla variazione di costo che l’impresa dovrà sostenere a fronte di un acquisto minore della quantità di sostanza inquinante che si riflette, probabilmente, in un acquisto maggiore di quantità di sostanza meno inquinante.
Se l’impresa, a fronte della produzione y, sostiene dei costi per l’acquisto di sostanze per un ammontare di C1, molto probabilmente, per diminuire le emissioni in atmosfera dovrà sostenere un costo C2 > C1, la cui differenza C2 – C1, = B, rappresenta una componente delle voci del budget ambientale.
Se alle sostanze, nella formula green della funzione di produzione appena vista, sostituiamo i loro rispettivi prezzi possiamo ricavare la formula da cui partire per valutare l’influenza dei costi sulla scelta del “mix verde”.
(costo unitario di a * quantità di a) + (costo unitario di b * quantità di b) + (costo unitario di c * quantità di c) = B
Dove B è il costo di produzione da rispettare (direttamente imputabile alle sostanze acquistate).
I prezzi delle sostanze che impiegate nel processo produttivo generano emissioni atmosferiche e che inquinano sono legati alla loro richiesta sul mercato. C’è da aspettarsi che le prescrizioni degli obblighi di conformità, diffusi a livello europeo, formulate con indicatori ben precisi relativi a “tassi di riduzione” da raggiungere entro determinate scadenze, facciano innalzare i prezzi delle forniture green.
Molte imprese, specialmente quelle che sono state meno attente nel monitoraggio del contesto, subiranno l’aumento dei prezzi in maniera più significativa rispetto a quelle che da tempo hanno avviato la transizione ecologica.
E’ altrettanto vero che i prezzi delle sostanze in questione, quelle cioè che provocano le emissioni atmosferiche indicate in Gazzetta Ufficiale, sono e saranno comunque oggetto di attenzione da parte dei governi che, consapevoli delle oscillazioni a cui possono essere soggette, interverranno con provvedimenti di “calmierazione” per evitare che le imprese, nell’impossibilità di acquistarle, si limitino ad inquinare oppure, nel tentativo di provvedere alla transizione ecologica, rimangano soffocate dai costi rendendo non più adeguata la somma di budget B.
Dall’analisi del Contesto ISO 14001 all’effettiva riduzione delle emissioni in atmosfera per la transizione ecologica
Il percorso da compiere nel sistema ISO 14001, che considera lo scenario che abbiamo descritto nei paragrafi relativi al Piano della transizione ecologica, alla strategia dell’innovazione tecnologica e alle forniture green, parte dalla conoscenza dei fattori che influenzano o possono influenzare la finalità strategica dell’organizzazione e si sviluppa lungo tutte le fasi che ne permettono il necessario “controllo”. Proprio lungo tutti i punti della Norma. Vediamo come:
Contesto
L’impresa, facendo riferimento allo scenario illustrato, in fase di monitoraggio del contesto, ha individuato i nuovi fattori che influenzano (direttamente o indirettamente) la quantità Q di COVNM emessa che sono:
- Obbligo di conformità di ridurre le emissioni Q
- Tempo per la riduzione T
- Riduzione prevista ∆ Q
- La quantità di prodotti y, non deve subire modifiche
- Prodotti diversamente inquinanti impiegabili: A, B e C
- Rapporti di sostituzione tra gli inquinanti impiegabili es: B = 0,66 A
- Prezzi di A, B, e C
- Rapporti tra i prezzi dei prodotti inquinanti, PA , PB e PC, es: PA = 0,5 B
- Nuova tecnologia per verniciatura Impianto α
- Importo I, da mettere a Budget per acquisire l’impianto α
Leadership
L’alta direzione provvede a riesaminare la Politica Ambientale, lo scopo del sistema di gestione ambientale e il campo di applicazione assicurando l’integrazione della finalità strategica di ridurre le emissioni conformemente a quanto stabilito dagli obblighi di conformità
Pianificazione
In relazione ai fattori individuati, e alla loro influenza sulla capacità dell’impresa di ridurre le emissioni di COVNM, l’impresa ha individuato i seguenti rischi e le seguenti opportunità:
Rischi:
- Inadempimento all’obbligo di conformità
- Il rapporto tra ∆Q / T, cioè la quantità di emissioni da ridurre entro la scadenza
- Oscillazioni di produzione ∆ y
- Instabilità nelle forniture del prodotto A
Opportunità:
- Forte convenienza a sostituire B con A (lo evidenziano il rapporto di sostituzione e di prezzo nell’esempio)
- Disponibilità di un nuovo impianto α che richiede un importo basso di investimento I, ma che, a prescindere dal tempo, permette solamente una riduzione parziale di Q rispetto a quella prevista ∆ Q
Azioni per rischi e opportunità
Le azioni elaborate dall’impresa, per affrontare i rischi e le opportunità sono le seguenti:
- Aggiornare gli obblighi di conformità del sistema Ambientale ISO 14001:2015 in relazione alle novità legislative e provvedere alla relativa diffusione in maniera tale da scongiurare l’inadempimento
- Acquistare l’impianto di nuova tecnologia α, a investimento contenuto, per ridurre di una certa parte le emissioni già nell’immediato
- Ridurre la quantità di emissioni residue che risultano ancora eccedenti rispetto riduzione prevista anche a seguito della sostituzione dell’impianto, attraverso la combinazione delle quantità dei prodotti A, B e C
- Ottimizzare, attraverso l’approvvigionamento, le quantità impiegate di A, B e C in relazione:
- Al rapporto di sostituzione B = 0,66 A e di prezzo PA = 0,5 B (opportunità)
- All’instabilità nelle forniture del prodotto A (rischio)
Obiettivi
Gli obiettivi ambientali determinati in fase di pianificazione, che risultano connessi ai fattori di contesto dai quali la finalità strategica è influenzata, possono essere molto vari. Uno schema semplice che può suggerirne l’elaborazione è la relazione tra i fattori di contesto e la finalità strategica della riduzione.
L’impresa, ad esempio, deve raggiungere la quantità emissiva q e questa, intesa come variabile dipendente dell’equazione q= ax + b, come vediamo, dipende dal fattore inquinante impiegato a e dalla quantità impiegata di tale fattore x.
Ma in aggiunta c’è anche una parte di emissioni b che, a prescindere dalla quantità di inquinante impiegato ax, è presente in ragione del semplice funzionamento dell’impianto o del processo.
Per raggiungere il valore y di emissioni stabilito dall’obbligo di conformità, partendo da un valore più elevato l’impresa, in base a tale modello, può:
- intervenire sulla a e cioè scegliere, in relazione al prezzo e al rendimento, il fattore meno inquinante tra quelli impiegabili (a1, a2, an)
- Intervenire sulla x e cioè ridurre la quantità del fattore inquinante impiegato
- Intervenire sulla b e cioè optare per l’impiego dell’impianto di nuova tecnologia
y= ax + b
Adottando la formula per definire la relazione tra i fattori di contesto (sostanza, quantità, impianto) e la finalità strategica che risulta da questi influenzabile e/o influenzata, come dice la norma, l’impresa potrebbe optare, ad esempio, per il seguente assetto:
100 = 8*10 + 20
Orientata dall’equazione appena determinata, in considerazione dei vincoli considerati tra i rischi e le opportunità di contesto, l’impresa ha stabilito i seguenti obiettivi per la finalità strategica di ridurre le emissioni e portarle alla quantità y entro la scadenza.
Supporto
Per perseguire gli obiettivi appena elencati che assicurano il raggiungimento della finalità strategica della riduzione delle emissioni COVNM L’organizzazione provvede a rendere disponibili i seguenti supporti:
- Importo relativo all’investimento tecnologico (Budget ambientale)
- Importo relativo agli approvvigionamenti green (Budget ambientale)
- Competenza ingegneristica per l’ottimizzazione della gestione dell’impianto nuovo (Nuove risorse)
- Competenza chimica/fisica per l’ottimizzazione nella combinazione del mix green delle sostanze (Formazione/consulenza specialistica)
- Competenza economica manageriale per l’ottimizzazione dei costi di approvvigionamento, produzione e gestione delle scorte (Formazione/consulenza specialistica)
- Consapevolezza dei nuovi fattori, rischi, azioni e obiettivi alla luce della finalità strategica
Attività operative
L’organizzazione provvede a disciplinare, con la procedura di riferimento più adeguata, le azioni che sono alla base dell’operazione di “transizione ecologica” che sta conducendo.
L’acquisto del nuovo impianto è un’azione che si compie una sola volta.
Le altre azioni identificate in fase di pianificazione, per affrontare i rischi e le opportunità, che vanno integrate nei processi sono:
- Ridurre le emissioni attraverso la combinazione delle quantità dei prodotti A, B e C
- Ottimizzare, attraverso l’approvvigionamento, le quantità impiegate di A, B e C in relazione
– al rapporto di sostituzione B = 0,66 A e di prezzo PA = 0,5 B (opportunità)
– all’instabilità nelle forniture del prodotto A (rischio)
I processi che l’organizzazione provvede a riesaminare per l’integrazione delle due azioni nelle attività operative sono verosimilmente:
- Il monitoraggio del contesto (per prestare più attenzione ai nuovi fattori)
- La produzione (per disciplinare i regimi di funzionamento ottimo dell’impianto e l’ottima combinazione delle sostanze da acquistare)
- L’approvvigionamento (per assicurare l’ottimizzazione dei costi negli acquisti delle sostanze e la continuità delle forniture attraverso nuove tecniche/criteri di gestione delle scorte)
Valutazione delle prestazioni
Il tempo è un fattore “prestazionale” che in questo caso assume un ruolo fondamentale nella valutazione delle prestazioni perché, essendo legato ad una scadenza (quella prevista dall’obbligo di conformità per ridurre le emissioni) diventa un fattore di contesto. La variabile tempo, quindi, compare anche come rischio all’interno della pianificazione.
Considerando l’influenza del tempo nei confronti delle sole azioni (incrementali) intese a ridurre le emissioni attraverso la sostituzione delle sostanze impiegate in produzione appaiono cruciali:
- Le prestazioni del processo di approvvigionamento
- Le prestazioni del processo di produzione
Queste prestazioni vanno considerate separatamente in quanto i processi di approvvigionamento e produzione sono consequenziali.
Se per ipotesi, l’approvvigionamento riesce a fornire, a bassi prezzi, un’adeguata quantità di sostanze meno inquinanti rispetto a quelle più inquinanti utilizzate, ma la produzione non riesce ancora ad impiegarle nonostante il suo sforzo “tecnico” presso l’impianto che deve “consumarle”, allora diventa evidente che anche le buone prestazioni del processo di approvvigionamento si annulleranno. Non influiranno cioè sull’effettivo raggiungimento della finalità strategica.
Miglioramento
L’azienda, dopo aver assicurato di aver ridotto le emissioni di COVNM, può sempre implementare percorsi finalizzati a politiche di “zero emissioni”.
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