Il MOGC D.Lgs. 231/01 quale reale sistema e modello di tutela aziendale
Articolo a cura di Natalino Anzalone – Presidente AIVA SGSL
Si discute costantemente di Modelli Efficaci, applicati e realmente attuati, oltrechè di esimenza ai sensi e per gli effetti del D.lgs 231/01 e s.m.i., con il rischio di rimanere all’interno di un recinto costituito da discussioni di tipo accademico.
Ancora oggi, a distanza di tempo, ma soprattutto a seguito delle modifiche ed integrazioni del D.lgs 231/01 che hanno previsto l’inserimento dell’art. 25 septies (sicurezza sul lavoro) e dell’art. 25 undecies (reati ambientali), sono ancora poche le aziende che hanno adottato un MOGC, nonostante l’introduzione di tali fattispecie di reato (come dimostrano i procedimenti penali in corso) ha allargato di fatto, il numero sostanziale delle aziende che possono essere perseguite per i reati previsti dal D.lgs 231/01 e s.m.i..
Una attenta riflessione ed analisi, ci ha fatto comprendere come ad oggi, molte aziende non hanno ancora valutato i rischi legati alla possibile commissione di reati rientranti tra quelli indicati e previsti dal D.lgs 231/01 e s.m.i., e di conseguenza non risultano avviati programmi aziendali tesi alla implementazione di Idonei Modelli di prevenzione.
Se, consideriamo inoltre il fatto che, i Modelli debbono essere efficacemente attuati, ci rendiamo conto di come molte aziende non abbiamo valutato i rischi di tali mancanze.
D’altro canto, solo chi “si far dire”, attraverso osservatori privilegiati (facendo parte di Organismi di Vigilanza aziendali o avendo predisposto Modelli che hanno subito un vaglio positivo da parte della Magistratura Penale) ha avuto modo di partecipare, a vario titolo, alla “costruzione”, applicazione e attuazione di MOGC, può comprendere, al di là dei discorsi accademici, le difficoltà applicative di tali modelli nella fase iniziale.
Pertanto, è giusto essere critici con se stessi (parlando dei vari professionisti coinvolti), in quanto gli imprenditori, molto spesso, non vengono correttamente informati e, essendo subissati dai molteplici adempimenti previsti per la ordinaria gestione aziendale, tendono a non applicare qualcosa che non comprendono.
Per questo motivo, oltre agli aspetti legali e penali, sarebbe opportuno utilizzare concetti diretti e chiari.
Uno dei concetti a noi cari è quello espresso nel titolo del presente articolo: “Il MOGC quale sistema e modello di tutela aziendale”.
In tale ambito, si dovrebbero altresi evitare concetti quali “obbligatorio” o non “abbligatorio”, utilizzando la logica del necessario strumento di tutela.
Come supporto, possiamo utilizzare un passaggio utilizzato dal Giudice Dr. Lorenzo Gadaleta, nella oramai famosa Sentenza emessa dal Tribunale di Trani – sez. di Molfetta (anno 2009):
“….. omissis………. E’ tuttavia evidente che il sistema introdotto dal D.lgs 231/01 impone alle imprese di adottare un modello organizzativo diverso ed ulteriore rispetto a quello previsto dalla normativa antinfortunistica, onde evitare in tal modo la responsabilità amministrativa…..”
La parola impone, assume un significato chiaro ed inequivocabile.
Il caso in esame riguardava la violazione degli artt. 589 e 590 del codice penale (evento noto richiamato dalla Cronaca nazionale).
Esposto quanto sopra, consigliamo la lettura di tre articoli sotto indicati, scritti dalla nostra associazione nell’anno 2012, poiché oltre ad essere di attualità nonostante il tempo trascorso, possono far comprendere come sia necessaria da parte delle aziende una presa di coscienza. La stessa presa di coscienza deve essere valutata anche dai professionisti che supportano le aziende, evitando di avviare l’implementazione di modelli senza la dovuta e necessaria competenza, la cui mancanza può esporre la azienda ad enormi rischi, al pari della inesistenza dei Modelli stessi.